Il paesaggio è uno dei pilastri della storia e dell'identità del nostro Paese, nella diversità e varietà straordinaria delle sue città e delle sue regioni. È una delle massime ragioni di attrattività della nostra penisola, concorre a costituirne l'immagine e l'anima per gli italiani e per chi non lo è.
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Continua però implacabile, anzi cresce ogni giorno, l'ondata di cemento che sta seppellendo il paesaggio italiano, con sindaci che si lasciano tentare dal consumo indiscriminato del territorio, pur di assicurare introiti adeguati alle loro casse altrimenti vuote. Le leggi per tutelare il nostro paesaggio ci sono, ma restano lettera morta se non ci si mette in condizione di applicarle, e se non si modificano le condizioni che hanno determinato l'insorgere dei problemi. Salvatore Settis torna a riflettere su alcuni temi che comparivano già nel suo fortunato pamphlet Italia S.p.A. uscito negli "Struzzi" nel 2002; perché non solo i quadri, le sculture gli edifici artistici, ma anche il paesaggio e l'ambiente concorrono nella definizione dell'identià del "Bel Paese".