L'antropologo fa ritorno nel metrò. Vent'anni dopo la pubblicazione di Un etnologo nel metrò, Mare Auge torna a in-' terrogarsi su questo luogo per eccellenza dello spazio pubblico dove circolano opinioni, povertà, musica e sogni.
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Rivisitare il metrò significa tornare in quello spazio sotterraneo della nostra società di circolazione e consumo che ha il privilegio di restituire, ingrandita, l'immagine della sua stessa evoluzione. Girovagando nel metrò, l'antropologo raccoglie e racconta i dettagli che caratterizzano la nostra epoca: vestiti, piercing, tatuaggi e apparecchi tecnologici mettono in scena l'individuo e permettono di interrogarsi sul senso di ciò che viene chiamata contemporaneità. Espressione della vita sociale e individuale, il metrò è anche la metafora della scrittura e del suo percorso, costituito da linee, fermate, cambi e corrispondenze: in tal senso, per Auge, II metrò rivisitato rappresenta anche un colpo d'occhio retrospettivo, per cercare di fare il punto sulla nostra epoca e sullo sguardo stesso di chi la descrive.