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Emilio Vedova

Celant, Germano

Venezia : Fondazione Emilio e Annabianca Vedova : Marsilio, 2019

Abstract

Dedicato al centenario della nascita di Emilio Vedova e al decennale dell'apertura al pubblico degli spazi espositivi e delle attività della Fondazione, il volume è introdotto da un testo su questi temi di Alfredo Bianchini, presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, cui seguono il saggio storico-critico di Germano Celant, curatore artistico e scientifico della Fondazione stessa, e un testo di Massimo Alvisi, fondatore dello studio di architettura Alvisi Kirimoto+Partners. Il percorso dell'artista è presentato a partire dagli esordi, intorno al 1935, con la produzione di disegni di architetture veneziane, dove la grafica e il segno portano a un paesaggio graffiante ed energico, anticipatorio di un fare senza forma che, nel 1962, condurrà Emilio Vedova a spezzare anche la superficie del quadro con la serie dei Plurimi. La disamina propone i primi dipinti ancora figurativi alla ricerca di un dialogo con Tintoretto e il Barocco, per arrivare a documentare, negli anni quaranta, il periodo geometrico, in reazione al caos della tragedia della seconda guerra mondiale. Negli anni cinquanta il linguaggio di Vedova rompe con la rigidità formale dell'astrazione e arriva a realizzare tele dal segno pittorico aperto, libero e drammatico, connesso alla sua gestualità. Dopo i Plurimi degli anni sessanta, la drammaticità vissuta si traduce, negli anni settanta, in un irrigidimento delle strutture con i Plurimi/Binari, opere cui si contrappongono i ...Cosiddetti Carnevali... '77/'83, connessi all'aspetto dionisiaco e anti-rituale dell'arte. Dopo le collaborazioni con Luigi Nono, per Intolleranza 1960 e per Prometeo. Tragedia dell'ascolto, 1984, e le grandi installazioni luminose di Spazio/Plurimo/Luce per l'Expo di Montreal del 1967, negli anni ottanta si apre per Vedova lo scatenamento delle immagini nello spazio. Infatti, dopo una serie di grandi dipinti, dal materismo cromatico assoluto, Vedova passa alla costruzione dei Dischi. L'esigenza di occupare la totalità del luogo lo porta poi a pensare a un gesto iconoclasta contro la rarità dell'opera: ...in continuum, compenetrazioni - traslati '87/'88. La narrazione è arricchita da un ampio apparato iconografico: innanzitutto le opere, le fotografie personali e i testi dell'artista; corredati, tramite documenti e immagini, da riferimenti al contesto storico e artistico.
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